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Voci nella Notte - by Shepherd

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Tra un'era e l'altra, da qualche parte, nell'immensità...

Tenebre.

Una pace senza pari, dolce, un silenzio ineffabile, immenso, un'armonia che t'avvolge. Ti viene pure lo scrupolo di sospirare perchè lo infrangeresti. E ti danneresti per averlo fatto. Come si può rompere quel dolce silenzio, impossibile da udire quotidianamente, silenzio cui il silenzio della notte nemmeno somiglia?

E' il silenzio della morte, la pace e la Notte che rimangono dopo che il caos di suoni, le effimere creazioni e le fugaci creature d'un intero Universo, sono state consumate assieme allo stesso Creato, nell'ultimo Rogo voluto dal Tempo.

Ciò che rimane è il supremo silenzio, la suprema armonia. Com'è dolce, com'è splendida, sublime quella Notte! Notte che dura poco.

Perchè il Tempo mette al rogo un Universo e le sue creature, per generarne di nuovi. Il Tempo toglie, il Tempo da. Il Tempo, Madame Diti ed il Ballerino cosmico: Kali e Shiva.

Notte, la Lunga Notte, la Notte Finale, la Notte Splendida del Rogo in cui un Universo e le sue creazioni sono andate consumate. In quel silenzio flebili passi. Qualcuno avanza nella Notte.

"Chi-chi è?" una voce nel silenzio. L'inffabilità spezzata. L'armonia dispersa.
"Shepherd?!" una seconda voce, incredula.
"S-South!" la prima voce spezza di nuovo il silenzio.
"Fottuta miseria! Ti credevo morto!"
"Anche io, mi credevo morto. Che è successo?"
"Non so. So solo che Kali ha innalzato la pira funebre. E c'ha piazzato il corpo dell'Universo."
"Ah! Così è lei quella Madame Diti di cui parlavano i nomadi?"
"Si. Lei. Il Tempo al femminile, in tutta la sua reale bruttezza. Il Tempo che, volente o no, ti scorre tra le mani, che ti piazza tra le mani una bella donna e subito dopo te la fa avvizzire. Per ironia è pure peggio di me!"
"E quell'altro, quel ballerino col tridente?"
"Lui? Lui è sempre il Tempo: due aspetti della stessa cosa. Ma assolutamente identici. Strana cosa vero?"
"S-si."
"Diaminaccia dove sei? Non si vede niente"
"Lo vedo"
"Ahah! Spiritoso!"
"Scusa, ma, se il Rogo ha consumato l'intero Universo con tutto ciò che conteneva, se ha divorato uomini, fantasmi, demoni e dei e quant'altro..."
"Si?"
"Noi che ci stiamo a fare qua?"

Di nuovo l'ineffabile silenzio.

"Lo farai uguale a quello passato?" il ballerino fissò in silenzio la vecchia. Quest'ultima non rispose. Si limitò a guardare quella figura addormentata sul serpente.
"Non chiederlo a me! Dillo a lui!" rispose la vecchia.

Ancora il silenzio nella Notte.

"Non so Shepherd. Non so che dirti che ci stiamo a fare qua."
"Mhmm, pensavo lo sapessi."
"Ehi! Non sono mica un dio che sa tutto!"
"Si si! Come no!"
"Cosa?"
"Lo sai "South: non fare il finto tonto!"
"Umh..."
"Che diamine!?"
"Che c'è?"
"Qualcosa mi si è strisciata addosso"
"Diavolo! Anche a me!"
"Ehi...non senti sibilare?"
"No. No aspetta! Si..."
"Deciditi!"

La Notte, la Notte del Rogo finale è solo una Notte. Ed alla Notte segue il Giorno. Sempre.

"Brahma si sta per svegliare" la vecchia fissò di rimando il ballerino. "Sei pronto?"
Il ballerino sbuffò. "Mai un attimo di riposo!"
"Tempo al tempo caro mio" fece la vecchia stringendosi nelle spalle ossute.

La Notte non è eterna. La Notte cede il passo al bagliore del Giorno. L'ineffabile armonia di quel sublime istante pronta ad essere cancellata. E' solo questione di Tempo.

"Ehi!" fece Shepherd sorpreso.
"Cosa?"
"Guarda li! C'è una luce!" disse Shepherd, probabilmente indicando la piccola scintilla che brillava da qualche parte nelle tenebre.
"Toh! Io vado a vedere." rumore di passi. Probabilmente Morgan "South" Melbourne che s'allontana nelle tenebre verso quella scintilla.
Shepherd sembra seguirlo.
"STOP!" grida Shepherd improvvisamente.
"Cosa?! Ma se ho fatto nemmeno dieci passi!"
"Che vuoi che ti dica? E' qui! L'avevamo praticamente davanti il naso!"
"Ma dai!"
"Si! E' piccolissima!"
"Fa vedere"
Altro rumore di passi.
"Cavolo! Ma è una cosa microscopica! E come brilla!"
"Guarda! E'...E' un uovo! Un uovo d'oro!"
"Pazzesco!"
"E che c'è dentro?"
"Semplice: il seme di un nuovo Universo!"
"Dai!"
"Si: il buon Ekam si da da fare!"
"Chi!?"
"Amh...niente. Lascia perdere..."

Silenzio, ancora briciole dell'ineffabile silenzio. Ancora per poco. Un nuovo Universo sta per nascere. Il ballerino cosmico è pronto a danzare la danza cosmica, di nuovo. Madame Diti pronta ad iniziare a divorare tutto, da capo. Nuove creature fugaci, effimere pronte a popolare quella Creazione.

"Si sta rompendo!"
"Sta per nascere!" lo stupore di "South" è pari a quello di Shepherd, mentre il crepitare del guscio dorato e luminoso riempie il silenzio. Crepa dopo crepa, l'uovo si rompe infine.
Ed è un bagliore, un lampo che diffonde dovunque, investe ogni cosa, e quel lampo è accompagnato da un vagito, un piccolo suono: "om", la prima parola dell'Universo neonato, un vagito vibrante...

Il ballerino ha ripreso le danze. Un nuovo Giorno nel rivolgere eterno delle ere.

Quando il bagliore si spegne, Shepherd e "South" si ritrovano davanti una creatura meravigliosa. E' un piccolo bambino dal corpo di tenebra cosparsa di galassie. E quella creatura, raggomitolata, fatta di luce e buio, inizia a crescere, a muoversi.

Il Tempo ha iniziato a divorare, di nuovo. Di nuovo scorre, di nuovo l'effimero, l'illusorio popola il giovane Universo. E l'Universo ha fame, fame. Tanta fame. E divorando cresce: è la fame del Tempo che ha iniziato a divorare.

Rapidamente il feto cresce, sempre più, sempre più rapidamente, velocemente e diviene adulto, un uomo di tenebre costellate di galassie; un'immensa e gigantesca creatura sconfinata nelle tenebre. Ora quella figura possente, quell'Uomo-Universo, si guarda attorno. Attorno a sé il nulla dell'Immensità. Sotto i suoi piedi un serpente immenso che lo sostiene. Nota l'Uomo-Universo porta l'attenzione su Shepherd e "South", si china ad afferrarli e sollevarli. Li osserva.

"..."
"Toglie il fiato eh?"
"..."
"Ehi! Shepherd! Ci sei?"
"S-si! Scusa, ma non si vede tutti i giorni una cosa del genere."
"Eh vecchio mio, hai ragione!"
"E' un uomo! L'Universo ha forma di un uomo! Ed è vivo!"
"Già! E quello è solo il suo corpo, la sua "persona fisica", un Uomo-Universo."
"Ha anche un'anima?"
"Certo. Ha anche un'anima, ma non viene distrutta nel Rogo."
"E questo nulla che ci circonda?"
"Beh potrebbe essere semplicemente l'Immensità, non credi?"
"S-si. Potrebbe."
"Ecco."
"Emh. Ho le traveggole o c'è un serpente con mille teste che lo sostiene?"
"No, non hai le traveggole"
"Che ci fa un serpente con mille teste per giunta nell'Immensità?"
"Quello è ciò che è rimasto del precedente Cosmo o, se vuoi, ciò che è avanzato dalla creazione di questo Universo."
"Ed il tale che è allegramente sdraiato sulla serpe?"
"Oh, lui è soltanto la forza che sostiene l'intero Cosmo."
"Ah certo, ok. Ci manca solo Brahma. Senti "South", io quando mi sveglio? E' assurdo tutto questo! Io sono vivo a guardare dal di fuori l'Universo appena creato! E' inconcepibile! Deve essere un sogno!"
"Beh ti piace?"
"..."
"Allora?"
"Si."

Senza alcun preavviso, l'immenso Uomo-Universo inghiotte le due anime, Shepherd e "South". Li inghiotte insieme ad una miriade di anime.
Dei, demoni, fantasmi ed altre creature viventi  precipitano nel nulla tra le galassie. Attraversano gli spazi immensi tra miliardi di stelle ed altre, precipitando nel nulla, spinti da qualcosa di invisibile. E' una fiumana di anime che invade il Cosmo, mentre lontano il Tempo imbastisce una nuova pira funebre.

Quanto sia durato quella caduta nel Creato è impossibile da determinare. Ogni creatura vivificò il suo corpo effimero, venuta al mondo nel mondo che ad essa era stato imposto.
Ma Shepherd e South continuarono a precipitare, per secoli e secoli. Precipitarono attraverso galassie, attraversarono nubi immense, videro le meraviglie del creato, creazioni e distruzioni colossali. Meraviglie celate all'occhio umano.
Il Tempo già aveva divorato alcune creature di quel giovane Universo, mentre altre le avevano rimpiazzate. Ed il ballerino ballava, il serpente sosteneva il Creato.
E precipitarono, caddero fino a quando le loro anime non giunsero nei pressi della Terra.

"Ehi South!"
"Cosa?"
"Ora capisco!"
"Cosa?"
"Samsara! Reincarnazione"
"COSA?! NO! Che palle! Di nuovo no!"
"Di che ti lamenti South?! Tu nella vita precedente sei stato il Dio della Morte in Terra! Un avatara di Yama! Non credere che non l'abbia capito!"
"Amh...complimenti Shepherd. Sei stato l'unico!"
"Modestamente."
"Ok bello. Dove andremo a parare?"
"Non lo voglio sapere."

La Terra era sempre più vicina, sempre più vicina. Le anime arrivarono come un'ondata in piena ed investirono il pianeta, popolandolo, vivificandolo. Ma non tutte. Altre proseguirono nel loro fluire eterno per altri mondi.
Quelle che erano invece giunte sulla Terra, divennero ciò che erano destinate a diventare.

"South" alias Yama si ritrovò nel suo dominio, di nuovo nelle Terre della Morte, al sud, di cui era padrone. Il suo operato di Dio della Morte era stato impeccabile, ma non tanto da meritare di essere tolto dal fluire eterno delle anime, la Samsara. Quanto a Shepherd...

Si svegliò di colpo, ritrovandosi a terra, accanto al suo letto. Si mise a sedere massaggiandosi la testa, imprecando per il dolore. Quindi si guardò attorno. Aveva nel cuore un'angoscia senza pari e ritrovarsi nella sua stanza, nel cuore della notte, non bastò a sollevarlo.
Era stato tutto quanto un sogno? La sua morte, "South", Lord Whitehall, Clara. Quel caos era stato un sogno? Lo era stato. Diamine se lo era stato. Ma gli aveva lasciato un che di strano in bocca. Forse era delusione. Ma per che cosa? Per essersi reincarnato di nuovo in se stesso? Non lo seppe definire. C'era qualcosa di nostalgico in quel sogno. Forse quella caduta a precipizio nel corpo dell''Uomo-Universo, forse quella pace nella Notte del Rogo. Ben presto Shepherd capì che era inutile pensarci. Non avrebbe mai capito cosa rimpiangeva.

Sapeva solo una cosa: la confusione era nella sua testa. Si preparò una camomilla e, bevutala si rimise a letto. Lentamente la calma lo prese, il silenzio tornò padrone della notte. Ma lontano, lo sentiva, c'era qualcuno che ballava. Ne sentiva i passi sfrenati, ritmici.

Era il ballerino cosmico, il Tempo che danza e danzerà fino a che, fermandosi, non avrà condannato l'Universo e le sue creature al Rogo finale.
Tra la fine d'un'era ed il sorgere di un'altra, nell'immensità il seme di un nuovo Universo...
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